Oggi nelle nostre strutture arrivano persone con esperienze, strumenti e aspettative diversissime — e spesso sono proprio le generazioni agli antipodi, i Gen Z (comprende le persone nate approssimativamente tra la metà degli anni ’90 e il 2010-2012) e i Boomers (persone nate all’incirca tra il 1946 e il 1964), a guidare questa rivoluzione silenziosa.
Lo dice chiaramente il nuovo Italy Adyen Index Hospitality 2025 (qui il report completo): il viaggio non è più solo questione di destinazione, ma di esperienza, semplicità e fiducia.
E, anche se Gen Z e Boomers sembrano due mondi diversi, in realtà stanno chiedendo la stessa cosa — un’ospitalità più umana, ma supportata dalla tecnologia.
I giovani vogliono libertà, i grandi vogliono certezza. Tutti vogliono chiarezza.
La Gen Z — nati con lo smartphone in mano — vive tutto in tempo reale. Prenotano, pagano e si informano dallo stesso schermo, senza troppi passaggi. Se qualcosa è complicato o poco trasparente, abbandonano in pochi secondi.
I Boomers, invece, si muovono con più calma. Amano sentirsi seguiti, preferiscono un contatto umano o una conferma telefonica. Ma anche loro, oggi, pretendono processi chiari, pagamenti semplici e informazioni affidabili.
In fondo, la fiducia è la nuova moneta dell’ospitalità.
Il report Adyen lo mette nero su bianco: velocità, trasparenza e centralizzazione dei dati sono i nuovi standard. Che tu sia nato nel 1950 o nel 2000, vuoi solo sapere che tutto andrà liscio.
Tecnologia sì, ma con un volto umano
Per la Gen Z, la tecnologia è un’estensione naturale del viaggio. Dalla prenotazione al check-in automatico, tutto deve essere immediato e integrato: app, wallet digitali, QR code, chatbot.
Per i Boomers, la tecnologia è utile… se non toglie il calore umano. Vogliono un numero da chiamare, una persona da salutare, la sensazione che dietro l’app ci sia qualcuno che si prende cura di loro.
Immagina una piattaforma in cui puoi prenotare e pagare con due click, ma anche scrivere “vorrei una camera silenziosa, con vista verde” e ricevere risposta da un assistente umano che ti chiama per confermare.
Tecnologia e empatia, insieme. Non in alternativa.
Il valore dell’esperienza autentica
La Gen Z cerca esperienze “Instagrammabili”, autentiche, sostenibili. Non vogliono solo dormire: vogliono vivere un luogo.
I Boomers, dal canto loro, cercano benessere, memoria, qualità del tempo. Non hanno bisogno di filtri: vogliono sentirsi parte del posto, scoprire le persone, ascoltare storie.
La tecnologia serve a rendere tutto questo fluido, personalizzato, accessibile.
Pagare (bene) è parte dell’esperienza
Sembra un dettaglio, ma non lo è. Il momento del pagamento è spesso quello in cui un soggiorno perfetto si trasforma in un ricordo stonato.
Il report Adyen mostra che i clienti vogliono pagare come vogliono — carta, app, wallet, o anche bonifico — ma soprattutto vogliono sapere subito quanto spenderanno.
Niente sorprese, niente costi nascosti.
Per la Gen Z, la trasparenza è un valore etico; per i Boomers, è un segno di rispetto.
E Smartland può fare di questa chiarezza un marchio distintivo: semplicità nei flussi, opzioni chiare, ricevute digitali eleganti e comprensibili.
In fondo, vogliono la stessa cosa
Se guardiamo bene, Gen Z e Boomers non sono poi così distanti.
Entrambi cercano esperienze autentiche, luoghi che raccontano una storia, servizi che funzionano, persone affidabili.
La differenza sta solo nel linguaggio con cui lo chiedono.
L’ospitalità del futuro è un linguaggio comune: fatto di tecnologia intuitiva, ma anche di sorrisi veri; di AI che anticipa i bisogni, ma di persone che ascoltano davvero.
Il Italy Adyen Index Hospitality 2025 ci ricorda che la digitalizzazione non serve a sostituire l’ospitalità, ma a renderla più fluida, più giusta e più umana.
E oggi, la vera innovazione non è scegliere tra Gen Z o Boomers — ma costruire un’esperienza che faccia sentire entrambi a casa.
Smartland è il luogo dove sperimentare soluzioni innovative nell’hospitality. Scopri come aderire QUI

